INTERVENTO DELL'UNIONE NAZIONALE CAMERE CIVILI PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2010
L’Unione Nazionale delle Camere Civili ritiene che la gravissima crisi in cui, da ormai molti anni, si dibatte la giustizia civile, crisi che i provvedimenti emergenziali fino ad oggi assunti hanno progressivamente aggravato anziché risolvere, debba, finalmente, essere affrontata, con una meditata e seria iniziativa legislativa, amministrativa ed organizzativa, che coinvolga tutti i soggetti che operano nell’ambito della giurisdizione e che possa, in tempi brevi, dare una risposta alla domanda di giustizia dei cittadini, assicurando la ragionevole durata del processo e, nel contempo, la ragionevole qualità dello stesso, come previsto dall’art. 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dall’art. 111 della Costituzione.
A tal fine l’Unione Nazionale delle Camere Civili dice:
1) NO alle scorciatoie dell’allontanamento dei cittadini dalla giurisdizione (si vedano, da ultimo, il provvedimento, in corso di approvazione, sulla mediazione obbligatoria e le proposte di modifiche alla L.Pinto);
2) NO agli aumenti dei costi della Giustizia (si vedano, da ultimo, gli aumenti dei contributi unificati e dei diritti di copia, approvati con i collegati alla Legge Finanziaria). Uno Stato inadempiente ai propri obblighi primari non può aumentare i “balzelli”, per un servizio che non rende in modo accettabile;
3) NO alla sommarizzazione del processo.
Il sacrificio delle garanzie processuali fondamentali per il cittadino, con un rito completamente deformalizzato e rimesso alla pura discrezionalità (che in alcuni casi potrebbe trasformarsi in arbitrio) di un giudice monocratico, non solo rinnega i fondamenti di una cultura giuridica di altissime tradizioni e di grande civiltà, ma non risolve, in alcun modo, neppure il problema della durata dei processi. La soppressione dei termini delle memorie di cui all’art. 183 c.p.c., farebbe infatti “risparmiare” 80 giorni in un processo la cui durata si misura ormai in anni ed il cui “collo di bottiglia” è, notoriamente, costituito dal momento in cui la causa viene introitata per la decisione da parte del giudice.
Per contro l’Unione Nazionale delle Camere Civili dice:
1) SI ad una riforma organica del codice di procedura civile;
2) SI ad una semplificazione dei riti, nella prospettiva della loro unificazione.
3) SI alla collaborazione fra Avvocatura e Magistratura e all’adozione di “prassi virtuose”.
Alcuni Uffici Giudiziari (l’esempio più noto è quello del Tribunale di Torino, con il progetto “Strasburgo”) , grazie alla collaborazione fra Avvocatura e Magistratura ed all’adozione di condivise “prassi virtuose”, sono riusciti a rispettare i tempi previsti come “ragionevoli” dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, senza sacrificare le garanzie difensive e la qualità del processo e della sua decisione.
Con ciò confermandosi che, gir ora, con l’attuale ordinamento e con le risorse esistenti, è possibile far funzionale gli Uffici giudiziari;
4) SI al recupero per le funzioni giurisdizionali di tutti i magistrati distaccati presso i Ministeri e le Pubbliche Amministrazioni e al divieto di assumere incarichi extra-giudiziari;
5) SI alla totale copertura dei posti previsti in organico, non solo per i magistrati, ma altresì per i cancellieri e tutto il personale ausiliario;
6) SI al rafforzamento dell’istituto della condanna per lite temeraria ed alla segnalazione ai Consigli dell’Ordine delle sentenze che contengano tali condanne;
7) SI ad un severo e reale controllo sull’operosità’ dei magistrati e degli uffici giudiziari ed a una riforma del CSM e del procedimento disciplinare;
8) SI all’immediata approvazione della riforma dell’Ordinamento forense, con particolare riguardo alla normativa per l’accesso, allo scopo di porre fine all’abnorme aumento del numero degli avvocati, per una maggiore qualificazione della medesima Avvocatura, nell’interresse primario del cittadino – cliente.