La Giunta Esecutiva dell’Unione Nazionale delle Camere Civili
premesso:
- che nei numerosi incontri e Convegni che si sono tenuti negli ultimi mesi (dall’Assemblea Nazionale dell’Avvocatura Italiana, tenutasi a Roma il 20-21 novembre 2009 alla manifestazione del 10 marzo 2010 al Teatro Capranica), non solo gli esponenti politici dell’attuale maggioranza, ma anche autorevoli esponenti dell’opposizione ed in particolare del PD hanno assicurato di voler approvare il progetto di riforma della legge della professione forense, nei termini proposti dalla Commissione Giustizia del Senato, senza sostanziali modifiche, ed in particolare hanno concordato:
1)sulla necessità di reintrodurre i minimi tariffari, al fine di evitare che i “poteri forti” (banche, assicurazioni, grande industria, etc.) potessero imporre, soprattutto agli avvocati più giovani, condizioni economiche inique per il conferimento degli incarichi;
2) sulla necessità di reintrodurre il divieto del “patto di quota lite”, proprio nell’interesse del cittadino – cliente e per evitare eventuali abusi, mantenendo l’autonomia ed indipendenza del rapporto professionale;
3) sulla necessità di garantire maggiore selezione nell’accesso alla professione, al fine di garantire al cittadino – cliente un avvocato maggiormente qualificato, sia sotto il profilo tecnico giuridico che deontologico;
4) sulla necessità di garantire, l’autonomia ed indipendenza dell’Avvocatura, quale insostituibile presidio di legalità di uno stato democratico;
che, malgrado tali promesse ed assicurazioni, nel dibattito che si è aperto in Senato sulla riforma della legge professionale, gli interventi effettuati dagli esponenti del PD sono stati pressoché tutti di segno contrario a quanto precedentemente dichiarato, richiedendo un completo stravolgimento del progetto di riforma della professione forense, con ciò mettendo l’Avvocatura tutta ed in particolari le fasce più giovani e deboli della stessa Avvocatura, in uno stato di ulteriore grave difficoltà non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista ordinamentale, favorendo con ciò, probabilmente in contrasto con le proprie stesse intenzioni, quei “poteri forti” che, da sempre, il PD afferma di voler combattere e con il rischio altresì di creare un’Avvocatura non sufficientemente preparata ed autorevole per il cittadino che appartiene alle fasce più deboli della società, mentre coloro che dispongono di rilevanti risorse economiche potranno continuare a scegliersi gli avvocati più preparati ed avranno quindi una migliore e più forte tutela giuridica;
Tutto ciò premesso e ritenuto, la Giunta Esecutiva dell’UNCC
dato atto
di essere disponibile ad un immediato confronto in tutte le sedi che dovessero essere ritenute opportune
invita
il Partito Democratico ad assumere un atteggiamento conforme alle dichiarazioni anche recentemente rese dai suoi esponenti;
conferisce espresso mandato al proprio Presidente nazionale di inviare ai Senatori del P.D. e, per conoscenza, agli organi di Stampa e alle istituzioni ed Associazioni forensi, una lettera aperta.
Parma – Roma, 16 aprile 2010
Il Segretario Il Presidente
Avv. Laura Jannotta Avv. Renzo Menoni